LA MARATONETA: ARPA BIRMANA                          


VANDA BERTONI AUSILIARIA DELLA R.S.I.  Una vita per i caduti. Le nostre grandi Paracadutiste
Paolo Savasta, ex combattente al Sud
 
 
    Mi è stato chiesto di scrivere un articolo su Vanda Bertoni, Ausiliaria e Paracadutista, Socia Benemerita dell'A.N.P.d'I. di Milano. Credetemi non è impresa facile scrivere o parlare. Di questa meravigliosa Ausiliaria, così splendidamente pulita e trasparente, pochi sono a conoscenza e se la si dovesse intervistare, Vanda, per il suo carattere così estremamente riservato, poco concederebbe all'intervistatore. Quello che sappiamo ci viene dato da coloro che ebbero la fortuna di vivere vicino a lei le tragiche vicende storiche che vanno dal 1944, anno nel quale Vanda entrò tra le Ausiliarie, al 25 aprile 1945.
    Di tale periodo che racchiude il passato militare di Vanda Bertoni dirò quel poco che è di mia conoscenza,  ma posso senz'altro affermare che, sia prima del 25 aprile che dopo, Vanda abbia vissuto il periodo più bello, più glorioso, più umano che donna possa desiderare.
    Prima di procedere nella narrazione della vita di questa eroica Ausiliaria è necessario che il lettore con poca conoscenza di quel periodo storico, soprattutto riferito alla Repubblica Sociale Italiana, sia portato a conoscere le ragioni che indussero il Governo di Salò (R.S.I.) ad arruolare le donne italiane.
    Il 13 gennaio 1944 apparve sul quotidiano "La Stampa", di Torino un articolo di Concetto Pettinato, nel quale lanciava l'idea di poter dare alle donne italiane l'opportunità di servire la Patria in guerra, come era già avvenuto in Finlandia nella guerra contro i Russi e nella Russia stessa.
    L'articolo ebbe un enorme successo tra le giovani italiane, inducendo così il ministero della guerra della R.S.I. a bandire l'arruolamento con Decreto Ministeriale del 18 aprile 1944.
    Migliaia di ragazze di ogni ceto sociale si presentarono, molte erano studentesse, una di queste fu Vanda Bertoni.
    Furono istituiti 6 Corsi S.A.F. (Servizio Ausiliario Femminile) denominati: Corso Italia - Fiamma – Giovinezza -  Roma - Brigate Nere - 18 aprile, altri 3 corsi li aprirono la Xa Mas e i N.P. (Nuotatori Paracadutisti), ad uno di questi Corsi partecipò Vanda che, dopo aver superato l'addestramento, venne assegnata al 3° Battaglione Azzurro del I° Reggimento Paracadutisti Folgore, al Comando del Maggiore Edoardo Sala.
    Vanda Bertoni quando indossò l'azzurra divisa, ebbe subito piena coscienza del gesto che aveva compiuto, si sentì più italiana, più orgogliosa e servì la divisa con passione e spirito di sacrificio, scrivendo così una delle pagine più belle della sua vita.
    Quando si scatenò la caccia al "fascista", molte Ausiliarie pagarono la loro fede con sevizie e umiliazioni e oltre 200 di esse con atroce morte, anche la nostra Vanda ebbe la sua "via crucis” che sopportò con stoico coraggio.
    Quanto Vanda aveva visto e vissuto in quei tragici giorni, non la scoraggiarono, anzi ne temprarono maggiormente il carattere e nonostante ostruzionismo, minacce volle iniziare una nobile missione, quella del recupero dei corpi o meglio dei resti dei Caduti della R.S.I.
    Iniziò subito dopo il 25 aprile, a portare conforto scrivendo ai Giovani soldati della R.S.I. prigionieri; visitava, portando aiuti di ogni genere, le famiglie dei Caduti e dispersi, spesso con proprio sacrificio economico.
    Quante lettere scrisse ai politici d'allora, ai prelati ai giornalisti, alle personalità influenti affinché ponessero fine al dileggio e alle assurde discriminazioni.
    La sua opera meritoria ma anche la più faticosa fu quella della ricerca dei resti di paracadutisti della R.S.I. , massacrati e gettati in fosse comuni senza alcun segno di riconoscimento.
    Fu un lavoro improbo e faticoso. Vanda con l'aiuto di pochi volenterosi per anni ha setacciato vaste zone della Lombardia e non appena riceveva una segnalazione eccola sul posto a scavare spesso di notte e clandestinamente poiché i proprietari dei terreni non concedevano l'autorizzazione agli scavi. Doveva anche affrontare l'ostruzionismo delle autorità locali che con ogni mezzo spesso impedivano l'entrata a Vanda nel loro territorio. 
    L'Ausiliaria Vanda Bertoni mai si perse d'animo, per decenni ha continuato a scavare, a recuperare centinaia di caduti, oggi molti di questi soldati riposano nel nostro Sacrario di Tradate che la stessa Vanda cura con ammirevole abnegazione. E’ doveroso ricordare e plaudire il paracadutista Cesare Maldotti, che pur avendo combattuto al Sud nel Regio Esercito, per anni ha affiancato Vanda nelle ricerche.
    Nel 1963 a Vanda è stato conferito il premio di Natale "Stella della bontà", in seguito il Cavalierato della Repubblica Italiana e nel 1978 il Generale Pellegrino, Comandante della Brigata Folgore, con una solenne Cerimonia la additò "Donna Folgore".
    Vanda Bertoni, che mai ha cercato ricompense e onorificenze per la sua alta e nobile missione, merita - e credo che è quello che maggiormente le fa piacere -  tutto il nostro rispetto, stima e simpatia.
 
 
FOLGORE N. 5, 1996 (Indirizzo e telefono: vedi ASSOCIAZIONI)

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